Tecnicamente non è nemmeno una torinese, Wanda Maifredi. Ma, come ricorda sempre, lo è diventata per amore. E dire che chi fa il mestiere che ha fatto lei per tanti anni in genere va “verso” Milano e non ne viene via. Perché Wanda, oggi una bellissima e spumeggiante signora di 80 anni, è stata una indossatrice bravissima e molto richiesta, volto e corpo delle più importanti case di moda, quelle che hanno portato al successo la moda Made in Italy, per intenderci.
Nata in provincia di Brescia, si è trasferita giovanissima con la famiglia in una Milano tutta da esplorare con il coraggio e la curiosità che già a tredici anni erano i tratti distintivi del suo carattere. Il primo avventuroso viaggio verso il centro sul tram gamba de legn su cui era salita con la sorella per andare a vedere da vicino il duomo, il lavoro prima come operaia e poi – grazie ai datori di lavoro che vedevano in lei grandi potenzialità – come impiegata, la foto scattata per caso da una collega e inviata alla rivista Gioia che le apre le porte a una nuova carriera: tutte tappe che Wanda ha percorso senza darsi mai per vinta e senza trascurare lo studio, anche se si trattava di andare la domenica a lezione di francese o di ripassare la matematica in tram.
Nel 1959 vince a Venezia il concorso “Indossatrice del Futuro” e dopo un po’ di apprendistato per “farsi le ossa” inizia a calcare le passerelle di tutti gli atelier importanti, affascinando stilisti e compratori internazionali, signore “bene” e fotografi. In tutta la sua carriera ha lavorato con le sartorie più famose, da Biki a Mila Schön, da Ken Scott a Valentino e anche per quegli atelier che non ci sono più ma che proponevano su licenza i capi di Dior o Saint Laurent alle signore chic che se li facevano fare su misura.
Un servizio fotografico galeotto a Villa Sassi la fa incontrare con Edoardo, il suo futuro marito direttore della testata Quattroruotine dedicata ai collezionisti di modellini di automobili. A Torino Wanda ha incontrato l’amore e non ha lasciato più né l’uno né l’altra.
Farsi strada nella Torino che allora era la casa delle sartorie più rinomate d’Italia non è stato facile ma come sempre la sua tenacia e un pizzico di fortuna hanno avuto la meglio. Qualcuno le aveva consigliato di presentarsi all’atelier della mitica Emi Badolato: se fosse piaciuta a lei era fatta. Così fu, e Wanda ha sfondato anche a Torino, dove se la strappavano letteralmente di mano anche le pelliccerie più sofisticate, come Rivella, o quelle più all’avanguardia, come Togno. Oggi un defilé di pellicce sembra preistoria e non è più proponibile ma erano altri tempi, e la moda che il mondo iniziava a invidiarci passava anche dai sontuosi visoni e dai colbacchi in stile Caterina di Russia.Le sue gambe – e i suoi piedi che calzano il 40, dato che è alta un metro e settantotto – hanno calpestato le passerelle più blasonate, a cominciare da quella della Sala Bianca di Palazzo Pitti ma anche quelle del SAMIA il salone della moda di Torino che molti dimenticano essere stato l’antenato delle varie Fashion week di oggi.
Wanda è un fuoco di fila di aneddoti, di nomi, di date che snocciola alla velocità della luce. Per raccontarmi il suo mondo non sono bastate le otto ore di una giornata che ricordo come una delle più piacevoli e divertenti degli ultimi mesi. Nella sua casa arredata con gusto impeccabile, in cui le sue foto più iconiche sono mischiate – con discrezione molto piemontese – a quelle dei momenti più belli e delle persone a lei più care, mi ha coccolata con uno spettacolare risotto ai mirtilli e deliziata con racconti in cui ogni momento spuntava il nome di un personaggio celebre che ha conosciuto: da Maria Callas a Richard Burton e Liz Taylor, da Linda Christian e sua figlia Romina Power a Jacqueline Kennedy Onassis fino a Robert Redford, con il quale fu protagonista di un servizio fotografico per Borsalino e che ricorda come “un tipo bassino con un abito gessato”.
Grandissima Wanda che alla carriera di modella ne ha aggiunta un’altra come decoratrice di interni riscuotendo manco a dirlo l’apprezzamento di tanti clienti per il suo grande gusto e l’uso sapiente nell’accostare colori e scegliere tessuti, qualità che arrivano in linea diretta dalla sua esperienza nella moda.
Grazie alla sua verve ma soprattutto alla sua voglia instancabile di dedicarsi agli altri e ai progetti in cui crede, come la Fondazione Medicina a misura di donna per la salute della donna, l’umanizzazione della cura e dei suoi luoghi e la ricerca sulla medicina di genere, Wanda riunisce intorno a se un Wanda’s club di persone diventate nel tempo veri e propri fans (tra cui metto anche la sottoscritta) a cui regala bellezza, eleganza e simpatia ad ogni occasione.